Abusivismo edilizio, cosa si rischia

Mentre si discute di investimenti strutturali e di condoni, per Coldiretti il rischio idrogeologico mette a rischio il 91% dei comuni. Tutti i dati che preoccupano l’edilizia italiana. Il maltempo è costato la vita a una trentina di persone negli ultimi giorni: non c’è solo il caso di Casteldaccia, per quanto molto doloroso. È opinione ormai diffusa che il clima sarà sempre meno clemente e che, più che l’avversità meteorologica, a fare vittime saranno la gestione del territorio e l’abusivismo edilizio. Secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervenuto a margine delle recenti calamità, gli italiani che vivono in zone ad alto rischio sono 7,5 milioni. A questa preoccupazione si aggiunge il monito di Coldiretti, secondo cui il 91% del territorio italiano è a rischio idrogeologicoIl ruolo del parlamento e il consumo di suolo. Tra le urgenze più avvertite c’è la necessità di una legge contro il consumo del suolo (cioè la trasformazione di superfici naturali o agricole in infrastrutture) un vero e proprio buco legislativo che non protegge le condizioni ecosistemiche del territorio, con ricadute sulla sicurezza dei cittadini. Un tema importante e complesso, riassunto nel quinto report annuale redatto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Le stime del consumo di suolo in Italia non sono rosee. Con una nuova legge ad hoc, nel periodo che va dal 2017 al 2050, lo Stivale perderebbe 818 chilometri quadri di suolo; in assenza di norme specifiche e basando i calcoli sul solo 2017 – periodo durante il quale la crisi ha rallentato il settore dell’edilizia e delle costruzioni – si dovrebbe invece dire addio a 1.672 chilometri quadrati di suolo. Se la ripresa economica fosse più marcata e si ripetessero gli schemi già registrati durante gli ultimi decenni, si potrebbe arrivare a perdere fino a 8.073 chilometri quadrati, cioè dieci volte la prima stima.

I dati 2016-2017 mostrano una tendenza all’aumento del consumo di suolo in tutte le regioni, con la Lombardia che arriva al 12,98% del territorio, a cui si contrappone il 2,91% della Valle d’Aosta. La strage di Casteldaccia rilancia l’allarme della pericolosità dell’abusivismo, tema mai sopito e ancora molto attuale. I dati Istat relativi alla situazione nel 2015 mostrano una realtà che deve fare riflettere le autorità preposte a contrastare l’edilizia selvaggia, e in primis il potere legislativo italiano, chiamato ad affrontare il problema perché condoni e politiche lasche non hanno sortito effetti. La situazione al 2016 mostra che in Molise sono state costruite 69,5 abitazioni abusive ogni 100 edificate, in Campania 63,3 e in Calabria 61,8. Fenomeno illegale di cui si fa fatica a capacitarsi e che porta a 19,6 ogni 100 il numero di abitazioni abusive in Italia. A livello nazionale, così come ricostruito dall’Istat nel 2015, l’abusivismo edilizio in Italia è del 47,3% al Sud, del 18,9% al Centro e del 6,7% al Nord del paese.

Italia sicura
Nel 2014 l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva voluto Italia Sicura, programma di coordinamento tra ministeri per la messa in sicurezza del territorio che il governo attuale, a luglio di quest’anno, ha voluto sospendere perché ritenuto inutile. È però necessario che ci sia unapiù accorta collaborazione tra stato, regioni, province e comuni. Nessuno come gli enti locali conosce il proprio territorio, d’altronde, ragion per cui è importante che ci sia un dialogo bidirezionale tra i livelli coinvolti.